Festa della Repubblica. Sarebbe bello poter dire “festa di tutti”. E invece no. Sarebbe bello non dover dire “repubblica delle banane”. E invece sì.
Troppi, in questo paese allo sfascio totale, avanguardia della retroguardia, non hanno assolutamente nulla da festeggiare, ma tutto da recriminare. Che cosa possono avere da festeggiare, oggi come gli altri 364 giorni dell’anno, i cittadini che cercano inutilmente di farsi curare in una decrepita e sporca struttura sanitaria pubblica, o che cercano di fare un esame importante prima di finire al Creatore, o che cercano di andare a scuola senza elmetto per parare la pioggia di calcinacci, o che cercano di andare all’asilo senza dover impiegare l’intero stipendio della famiglia, o che cercano invano un lavoro, magari pure retribuito? Che cosa hanno da festeggiare oggi, come tutto il resto dell’anno, i pensionati che devono mangiare solo una volta al giorno per cercare di mangiare tutti i giorni, i pochi fortunati che hanno un lavoro e che sperano di non perderlo, i pochi coraggiosi che hanno un negozio e che cercano di tenerlo aperto, i moltissimi che il lavoro lo hanno già perso e che non vedono e non hanno alcuna possibilità di trovarne un altro? Che cosa? Dovrebbero festeggiare una repubblichetta nata dalla Resistenza (così come risuoneranno le solite vuote parole dei soliti vuotissimi vertici istituzionali) e tradita da tutto ciò che alla Resistenza è seguito? Dovrebbero festeggiare l’aumento continuo delle tasse, la diminuzione continua dei servizi, la presenza continua e petulante di istituzioni che sembrano non avere altro scopo se non quello di perpetuare se stesse? Oppure dovrebbero festeggiare l’esistenza di una finta democrazia – vera partitocrazia e plutocrazia – o di una sempre più vuota, banale ed offensiva dielettica “democratica”, volta solo a mantenere uno “status quo” fatto di privilegi arroganti e di totale assenza di idee? Forse gli orgogliosi cittadini di questa repubblichetta dovrebbero festeggiare la sempiterna esistenza di una manica di personaggi loschi, il cui unico agire consiste nel riempire le proprie tasche e il proprio futuro svuotando tasche e futuro degli altri? No davvero. Ma una cosa c’è che merita realmente di essere festeggiata: il fatto che questa repubblica, che di “res publica” non ha più nulla, annegata com’è in interessi privati e mafiosi di bassa lega, ha uno e un solo pregio: quello di far finalmente capire, a quelli fra i cittadini più giovani che hanno voglia di fare qualcosa, che è sicuramente molto meglio andarlo a fare da qualche altra parte. Dove magari saranno pagati per farlo, faranno carriera e avranno anche qualche riconoscimento e soddisfazione.
E allora … festeggiamo! Evviva la repubblica! Non diciamo la “repubblica delle banane” per pura scaramanzia: rischiamo di rimanere privi anche di quelle.
IlSecoloXIX – 1 Giugno 2014