Una mattina, guardando distrattamente la televisione mentre sorseggiavo un caffè con gli occhi ancora mezzi chiusi dal sonno, mi sono imbattuto in una cosa allucinante. C’era una gentile e simpatica signora o signorina che parlava di qualcosa legato ai computer, e credo si riferisse a una penna USB. Non ne sono sicuro, perché ancora i “fumi” del sonno (che sono gli unici fumi a cui mi sottopongo volontariamente) annebbiavano la mia mente e la mia vista. Ciò che ha cominciato a destare la mia attenzione è che la suddetta signora o signorina riferiva – con aria piuttosto ammirata – che tale aggeggio era in oro tempestato di diamanti. Eccentricità un po’ stupide, si potrebbe dire. Facciamo finta di dimenticare quante persone si potrebbero sfamare con il valore di un aggeggio di tali caratteristiche, e che invece moriranno di fame perché un cretino qualunque va in giro a farsi bello, facendo la ruota come un pavone, con l’intenzione di catturare qualche pollastra (e riuscendoci, ne sono sicuro …). Ciò che ha immediatamente destato la mia mente stanca e che, se non lo avessi già trangugiato, mi avrebbe fatto sicuramente versare il caffè sul mio pigiama immacolato, è stato il modo in cui la suddetta e soddisfatta signora o signorina ha definito il “trend” (o la “fashion”, se preferite) che tale accoppiata “cretino-oggetto dorato e diamantato” rappresentavano. Lo ha chiamato “Paperon-style”. Ora, io apprezzo parecchio i fumetti di Walt Disney, e amo anche la lingua italiana. Siamo in presenza del solito vizio, tipico dell’orgoglio italiano, di abusare delle lingue straniere (ovviamente violentandole, visto che non le si conosce) anziché usare la propria (bellissima, e sconosciuta, soprattutto in televisione). Una manifestazione di esterofilia? Oppure, semplicemente, “cultura italiana”? O vogliano dire “cool-tura”? Insomma, volendo usare l’inglese, occorrerebbe almeno prima conoscerlo un minimo. “Paperon” in inglese non esiste, almeno nell’accezione usata. E se si vuole fare riferimento al personaggio “disneyano” (che bel neologismo esterofilo, vero?) occorre parlare di “Uncle Scrooge”. Che con “style” starebbe anche bene – volendo essere pignoli – appartenendo, in fin dei conti, alla stessa lingua. Ma tant’è… Insomma, un altro bellissimo esempio, pubblicizzato in televisione, di “cultura” italiana: buzzurra, ignorante, superficiale, qualunquista, volgare … un tipo di “cultura” che per molti sarebbe “out”, ma che in Italia, chissà perché (o lo sappiamo bene?) è sempre, inevitabilmente, assolutamente “in”. Vi stupisce? Cool …
IlSecoloXIX – 8 Ottobre 2014