In Italia ci sono stati storicamente due governi assolutamente fascisti, uno dichiaratamente e uno subdolamente, uno ottant’anni fa e uno solo poco tempo fa. Il primo guidato da un onesto fanfarone, grande oratore, abile sfruttatore delle italiche debolezze e malato di ingiustificate manie di grandezza. Il secondo guidato da un borioso e arrogante “tecnico”, sedicente “esperto”, ignorante come pochi e sincero come colui che italianamente afferma di non essere interessato alle elezioni mentre governa, per poi candidarsi immediatamente appena il suo governo cade e la sua poltronissima gli scivola da sotto il culo. Il primo, pur essendo finito in un disastro storico di immani proporzioni, qualcosa per il paese ha saputo costruire. Il secondo, pur osannato e riverito, ha saputo solo distruggere, demolendo sistematicamente anche quanto di buono fatto dal primo, e dando il via ad un altro disastro le cui reali proporzioni storiche sono ancora ignote solo perché ancora in pieno e drammatico svolgimento. E l’attuale governo, guidato dal solito “salvatore della patria” – figura così amata dall’italica “cultura” – che cosa c’entra in tutto ciò? Beh, un noto proverbio dice che “non c’è due senza tre”. Non c’è naturalmente bisogno di scomodare i proverbi per capire l’altissimo grado di fascismo di un governo sedicente di sinistra (guarda caso…) il cui scopo primario e finalmente dichiarato è quello di abolire i diritti dei lavoratori. Per i fascisti, di ogni razza e provenienza, di destra e di sinistra, il lavoratore ideale è – si sa – lo schiavo, senza diritti, senza assistenza, senza stipendio, senza pensione, senza presente e senza futuro. Ci stiamo velocemente arrivando, nell’assordante e assoluto silenzio generale. Sembrerebbe uno scenario incredibile, se non ci si rendesse conto che si svolge in Italia, paese che lo rende tragicamente credibile e reale, con la sua oppressione fiscale, la sua ottusità burocratica, la sua mafia culturale e politica. Un paese in cui tutto è sempre cambiato al solo ed unico scopo di lasciare sempre tutto com’era prima. La Storia, quella alta e tragica, ci insegna che l’unico modo di combattere i fascisti è, purtroppo, con il sangue degli Eroi. Le parole non servono. Ci sono ancora eroi in Italia? ne dubito: sono tutti troppo occupati a osannare il dittatore di turno, in un postaccio infame, ignorante e incivile, dove o si diventa dittatori e servi di dittatori, o si diventa schiavi servendo i dittatori e i loro lacchè. O si muore da eroi.
IlSecoloXIX – 21 Agosto 2014